L’Expo 2025 di Osaka è un ponte tra culture, tra il passato e il futuro. Tra le opere protagoniste del Padiglione Italia, spicca il ritratto di Itō Mancio, giovane nobile giapponese del XVI secolo, realizzato dall’artista veneziano Domenico Tintoretto, figlio del celere Jacopo. Da questo dipinto è nato un progetto che ha coinvolto anche la Tessitura Luigi Bevilacqua. Vi portiamo dietro le quinte di questa iniziativa ricca di significato, anche attraverso un video che ne documenta la realizzazione.
Un velluto veneziano per l’abito di Itō Mancio
Nel ritratto di Domenico Tintoretto, oggi parte della collezione Trivulzio di Milano e restaurato per l’Expo, Itō Mancio indossa un elegante abito in velluto rosso, realizzato secondo la moda spagnola del tardo Cinquecento. Grazie a un progetto coordinato dallo storico del costume Alessio Rosati, in collaborazione con artigiani, studiosi e aziende italiane, l’abito raffigurato nel dipinto ha preso vita. Una ricostruzione storica fedele, un lavoro corale, dove ogni dettaglio, dal taglio alla scelta dei tessuti, alla riproduzione degli accessori, ha richiesto studio, rispetto e passione. L’artigianato è diventato così strumento di narrazione, capace di dare corpo a un racconto antico ma ancora attuale. Il protagonista è un prezioso velluto prodotto dalla nostra Tessitura, che riporta alla luce i fasti della moda cinquecentesca e il savoir-faire veneziano.
Ritratto di Itō Mancio di Domenico Tintoretto, 1585
Il velluto Bevilacqua utilizzato per l’abito di Itō Mancio è di un intenso colore granata, una tonalità ricca e profonda molto apprezzata nella Venezia del tardo Rinascimento. Il granata, simile al rosso scuro o bordeaux, era simbolo di nobiltà, prestigio e autorità nelle corti europee.
L’abito “alla spagnola”, così come lo raffigura Domenico Tintoretto, non solo ne sottolineava lo status elevato come ambasciatore, ma simboleggiava anche il ponte culturale tra Oriente e Occidente, una sintesi tra la tradizione giapponese e il mondo rinascimentale europeo che accolse con grande attenzione la sua visita. Utilizzare un velluto Bevilacqua per ricreare questo abito, riempie di significato storico questo progetto perché, alla raffinatezza estetica e alla qualità superiore, si aggiunge il legame profondo con la tradizione tessile italiana, in particolare quella veneziana.
Itō Mancio: un diplomatico giapponese alla scoperta dell’Occidente
Itō Mancio fu il precursore dei legami culturali tra il Giappone e il nostro Paese, in particolare Venezia. Nato nel 1569 a Tonokōri, egli fu a capo della prima missione diplomatica giapponese in Europa, conosciuta come “missione Tenshō”. Insieme ad altri tre giovani nobili, intraprese un viaggio culturale che lo portò in Portogallo, Spagna e Italia.
A Venezia, la delegazione giapponese giunse nel 1585 e venne accolta con tutti gli onori. All’epoca, Venezia era una potenza cosmopolita e raffinata, crocevia di culture e modello di innovazione politica, economica e artistica. Per l’occasione, il Senato veneziano chiese al Tintoretto di immortalare il giovane, che oggi osserva con sguardo fiero i visitatori dell’Expo di Osaka, testimone di un momento storico straordinario.
L’abito di Itō Mancio, rinato grazie al velluto della Tessitura Luigi Bevilacqua, non è solo un oggetto di scena: è un simbolo di scambio, di dialogo, di bellezza che attraversa i secoli e dell’incontro tra due culture attraverso la maestria italiana. Ad Expo Osaka 2025, l’Italia celebra questo profondo legame culturale tra le due Nazioni, e racconta la propria identità attraverso arte e artigianato. Non si tratta solo di una mostra, ma di un’esperienza, quella di un’Italia che continua a parlare al mondo, anche attraverso un velluto.
Expo 2025 si tiene a Osaka, in Giappone, dal 13 aprile al 13 ottobre 2025.